Anna Pizzuti - anno scolastico 2004-2005
Anna Pizzuti - 12-06-2005
Prima mattina di giugno, mattina di sole fresco. Seguendo l'invito dei promotori del referendum, vado a votare , con la speranza di influenzare l'andamento del quorum.
Anna Pizzuti - 10-06-2005
A prescindere da questo aspetto piuttosto surreale, per cui il testo del decreto potrebbe essere stato cambiato dopo l'approvazione, il tema del campus mi sembra degno della massima attenzione, per vari ordini di motivi che, forse, alla fine, si riducono ad uno solo: è un espediente per separare la scuola in due canali, facendo finta che questo non avviene.
C'è poi un ulteriore motivo per stare attenti al campus: in caso di cambio della maggioranza di governo, potrebbe costituire una forte tentazione per quelli che "... ma sì, teniamola, la riforma Moratti, al massimo sistemandola un po'". E' il nome, che potrebbe attirare. Quanto alla sostanza, è tutto un altro discorso.
Anna Pizzuti - 25-05-2005
Jonathan l'ho conosciuto vedendolo in giro - in realtà poco - nei corridoi della scuola e sentendone parlare dai colleghi: intelligente e capace, ma non viene mai a scuola ..... Sapevo della bocciatura dell'anno scorso, in quarto e poi del fatto che la scuola, quest'anno, l'ha lasciata definitivamente. Una mattina, attraversando la villa comunale, l'ho visto con i suoi amici e mi è venuta voglia di parlare con lui, di lui e del suo rapporto con la scuola e dei motivi dell'abbandono. Parlare con lui, ma, soprattutto, far parlare lui, far inserire la sua voce di "lucignolo" nel dibattito sulla scuola e sulla dispersione, che troppo spesso si fa senza ascoltarne i veri protagonisti.
Anna Pizzuti - 16-05-2005
Domenica mattina, pullman delle 6.50, da Sora, per Roma. All'inizio quasi vuoto e silenzioso, ma poi - via via che la strada si snoda nel verde della primavera e tra le case a metà, abusive o abbandonate che lo deturpano - sempre più affollato e denso di voci, di lingue.
Anna Pizzuti - 27-04-2005
La terza bozza di decreto per il secondo ciclo, bozza che ormai si prospetta come definitiva, potrebbe richiamare alla mente, per alcuni aspetti, l'immagine fiume carsico. Un fiume che scorre sotterraneo, scava gallerie e caverne, senza che chi si ferma alla superficie se ne possa rendere conto. Salvo poi trovarselo di fronte, quel fiume, al momento in cui riemerge, e non riuscire a fermarlo.
La riforma va abrogata, va detto giustamente e con chiarezza. Non bisogna però dimenticare di aggiungere: quella che si vede e quella che non si vede.
Anna Pizzuti - 15-04-2005
Regia Prefettura di Frosinone – Fiuggi

Al presidente dell'Amministrazione provinciale
A tutti i capi degli uffici provinciali
Ai sigg. sindaci della Provincia

Destinato dalla Commissione Interalleata di Controllo e dal Governo italiano ad ...
Anna Pizzuti - 18-03-2005
L’intervento di Dedalus pone, secondo me, due ordini di problemi. Il primo - di natura squisitamente politica e, quindi, anche strategica - riguarda il contrasto che intendiamo - ancora - porre in atto e sostenere, sia contro la parte di riforma già a rischio di “sedimentazione”, sia rispetto a quella “in gestazione". Il secondo, direttamente collegato al primo, riguarda la valutazione di sistema, e la funzione dell’Invalsi.
Anna Pizzuti - 09-03-2005
Perfino Tuttoscuola, solitamente impegnata a dipanare i più intricati bandoli delle matasse ministeriali ed a giustificarli, si sta innervosendo.
La conclusione di un commento, dal titolo “Secondo ciclo. Dibattito: chi fa che cosa?”, apparso in questi ultimi giorni,sta a dimostrarlo:
Quali sono dunque i punti di consenso e di dissenso emersi dal dibattito rispetto alle ipotesi ministeriali? Quali sono le ipotesi alternative? E perché sono tali? In che senso? Che tipo di conseguenze scaturiscono da una scelta invece dell’altra? Quali responsabilità si assume la politica optando per una soluzione al posto dell’altra? Si sono condotti studi di fattibilità a questo riguardo? Se il dibattito non è stato strumentale e rituale, non sarebbe bene rendere pubbliche queste informazioni?
L’assurdo sta nel fatto che una nuova bozza ora c’è. La terza. O seconda, a seconda che si conti o non si conti anche la prima, quella apocrifa, mai riconosciuta come legittima dal MIUR. E dovrebbero essere le variazioni che essa contiene, rispetto a quella del 17 gennaio, a rispondere alle angosciose domande riportate sopra.
Per questo ho cercato di mettere a confronto i due testi, evidenziando in rosso le parti della prima bozza che non si trovano più nella seconda, in blu quelle nuove che la seconda – rispetto alla prima – contiene.

Il Capo del campus

Innanzitutto il Capo I, quello che, in un unico articolo, delinea i principi fondamentali della separazione. Raccolgo le osservazioni per punti.

Punto 1: la questione dei “nomi” con i quali vengono chiamati i due canali (evidenziati in verde nel confronto). Ovvero la questione del come si chiama cosaLa confusione continua a regnare sovrana e questo, come ci ha spiegato Mario Ambel , potrebbe non essere casuale

Punto 2: diminuiscono gli articoli (del capo III) ma aumentano i commi (del capo I). Alcuni sono del tutto nuovi, come quello riguardante il credito formativo conseguiti nelle attività sportive (non potendo restituire ore all’educazione fisica, hanno premiato i possessori di palestre?) altri vengono promossi in “prima linea” da altre posizioni.
Tra questi spicca il comma 14: “I percorsi del sistema dei licei e quelli del sistema di istruzione e formazione professionale possono essere realizzati in un’unica sede, anche sulla base di apposite convenzioni tra le isituzioni scolastiche e formative interessate”. Se non sbaglio è quello che prefigura la prospettiva dei campus.
Anna Pizzuti - 02-03-2005
In questi giorni sono impegnata, come altri suppongo, a compilare le schede on line di un monitoraggio dell’ Indire sui corsi serali.
Ho quindi alcuni dati, minimi, naturalmente, perché riferiti solo alla mia scuola, ma che potrebbero essere interessanti. Uno, in particolare: su 79 iscritti nelle tre classi del corso serale della mia scuola (Qualifica di operatore e Diploma di tecnico dei Servizi sociali), ben 59 avevano, come ultimo titolo scolastico, la licenza media. Dato che, a mio avviso va confrontato con quello, preoccupante, del livello di occupazione: solo 14 dei frequentanti sono occupati a tempo indeterminato e 11 a tempo determinato.
Non so quanti arriveranno al diploma: noi lavoriamo perché questo avvenga per tutti, ovviamente, così, oltre ad offrire loro una opportunità in più, ci sentiremo contenti di aver dato il nostro contributo alla strategia di Lisbona che ci consegna un obiettivo ambizioso: il raggiungimento del diploma per l’85% della popolazione, e la partecipazione di almeno il 12% della popolazione adulta ad attività di formazione.

Ma per l'Italia questo sarà ancora possibile? Me lo chiedevo riflettendo sul destino travagliato che attende l’Istruzione Tecnica e, naturalmente, quella professionale.
E’ a questo tipo di Istruzione, infatti, che si rivolge la gran parte, la maggioranza assoluta, anzi, delle persone che desiderano conseguire un titolo di studio vero e che preferiscono l’impegno, la fatica dei corsi serali presso le istituzioni scolastiche alle occasioni fasulle offerte dai diplomifici.
Ed in questo campo, ad onor del vero, il MIUR sta riversando attenzione e fondi per progetti di supporto e di integrazione. Ma fino a quando?
Cosa diventeranno, mi chiedo, questi corsi, con la riforma del secondo ciclo? Se sto all'attuale bozza di decreto (ma non credo che quella futura sarà molto diversa) e tengo conto dell’esperienza fatta in questi due – bellissimi – anni di insegnamento agli adulti, durante i quali ho verificato direttamente le aspettative e le necessità delle persone che ho conosciuto, mi dico che l’educazione degli adulti, quella che si realizza nei corsi serali, scomparirà completamente o si trasformerà – come molti sicuramente sperano, enti privati di formazione in testa – in qualcosa di totalmente diverso.

I miei alunni – e su questo mi piacerebbe confrontarmi con altri che hanno la mia stessa esperienza – si iscrivono e frequentano per ottenere un diploma. Intendono rientrare anch’essi in quell’85% previsto da Lisbona ed al quale si riferisce, quasi quotidianamente nei suoi interventi – il ministro Moratti, l’artefice della riforma che deprofessionalizza i diplomi tecnici e fa diventare qualifica quelli professionali. Intendono farlo per migliorare la loro posizione lavorativa, se lavorano, o per aspirare ad averne una, così come è nel loro pieno diritto.

Ho chiesto in varie sedi informazioni sul destino dei corsi serali, ma nessuno ha saputo darmi una risposta, e nemmeno potevo aspettarmene una, vista la confusione che regna.

Oggi, però, mi sono sentita un po’ meno sola in questa mia richiesta, leggendo in Scuolidea la lettera che riporto, inviata il 22 febbraio scorso al Corriere della Sera. Chissà quando la classe IV AM Sirio, del corso serale Itis Giorni ed io che scrivo anche a nome dei miei alunni, avremo una risposta?

Anna Pizzuti - 22-02-2005
Impossibile non ripensare, al termine della faticosa lettura dei due testi sulla formazione, l'assunzione, la carriera - governativo il primo, parlamentare il secondo – che riporto sotto, accostati per consentirne il confronto, all’incipit del fantastico romanzo di Italo Calvino, sostituendo alla voce narrante l’ipotetico futuro insegnate, ed al bosco la “riforma della scuola”, grazie alla quale si vivranno avventure di pari se non maggiore intensità.
Anna Pizzuti - 17-02-2005
Oggi, per effetto dell’ ambigua riforma del titolo V della Costituzione, le Regioni hanno un ruolo molto delicato; difatti con la scelta della competenza legislativa "concorrente" rischiano di essere coinvolti nell’ambito delle scelte di politica scolastica nazionale e di diventare strumenti subalterni di tali politiche; di conseguenza se la politica nazionale è, come nel caso della legge della Moratti, una politica eversiva, le Regioni non possono avallarla, ma al contrario devono contrastarla con tutti i mezzi. ” Scrive così Corrado Mauceri, in un suo intervento di pochi giorni fa.
Ed è da tempo che, riflettendo non solo sul decreto, ma anche e soprattutto su come fare per bloccarne l’iter e disinnescarlo, mi sto ponendo domande sul ruolo delle regioni in questa vicenda. Un ruolo autonomo, che affronti il problema nella sua interezza e non solo parzialmente, come accade per la legge regionale dell’Emilia e Romagna o per quella della Campania.
Battaglia di retroguardia? Ammissione che alla “divisione ” si arriverà comunque? Spero proprio di no, perchè l’intenzione è un’altra e nasce dall’esperienza di ciò che si è fatto e si sta facendo per contrastare l’applicazione del decreto sul primo ciclo.
Come in quel caso occorre accompagnare la lotta politica, la contrapposizione di fondo ad una riorganizzazione della scuola superiore funzionale al disegno neo o vetero liberista di questa maggioranza, con il maggior numero di azioni di contrasto su tutti i piani, a partire da quello della costituzionalità del decreto, proprio rispetto al nuovo Titolo V. Che assegna alle regioni l’istruzione e la formazione professionale, non solo la formazione professionale.
E’ lecito quindi, a mio avviso, guardare con molta attenzione al modo in cui esse si muoveranno ed anche chiedere un conto preventivo ai partiti del centrosinistra prima del voto.
Anna Pizzuti - 04-02-2005
Come anteprima all’atteso sceneggiato: “Il cuore nel pozzo”, mi sono concessa oggi la visione di un altro film: un film documentario, intitolato Una storia negata. L’esodo dei giuliano-dalmati nel Lazio, realizzato, dalla VeniceFilm Production con ...
Anna Pizzuti - 26-01-2005
Ancora una volta – quando non si pensava proprio che ce ne fosse più bisogno – ci ritroviamo a dover riandare indietro, ad estrarre dal libro della Storia, alcune delle pagine che vengono sottoposte a “revisione”, durante l’oscura stagione politica che stiamo attraversando.
Anna Pizzuti - 26-01-2005
Cominciano le reazioni al documento di lavoro diffuso dal ministero il 12 gennaio ed alla successiva “bozza vera” diffusa il 17 dello stesso mese sull’organizzazione generale del secondo ciclo, e sono, quasi tutte, quelle che ci si aspettava.
Si lamentano le diminuzioni degli orari delle singole discipline - quelle tecniche nei tecnici, quelle giuridico-economiche negli economici, quelle umanistiche nei licei, per non parlare dell’educazione fisica o della musica – e quella delle attività laboratoriali un po’ in tutti gli indirizzi – saranno direttamente le aziende a sostituirsi ai laboratori, evidentemente - secondo la migliore logica morattiana alla quale siamo ormai abituati.
Ciascuno per sé, come era prevedibile, ma come, forse, anche il ministro si aspetta, per fare in modo, magari, che poi aumentando un po’ qui ed un po’ là, ciascuno si ritenga accontentato e, in qualche modo il decreto passi e si sedimenti. Soprattutto se, come promette, nel secondo/terzo canale si instraderanno – ma staremo a vedere se poi sarà proprio così - i disturbatori ed i reprobi, e il sistema nazionale sarà salvo e non faremo nemmeno più tante brutte figure all’estero in occasioni delle varie rilevazioni PISA, dell’OCSE e di qualsivoglia altra agenzia.

In ogni modo, il grand débat è aperto. "Invito tutti" – così il ministro nel comunicato del 17 gennaio - "a considerare la forte valenza culturale del nostro progetto di ammodernamento della scuola italiana e ad inviare proposte e suggerimenti per migliorare la bozza di decreto" Ed è stato creato anche lo strumento: potentissimo, perché si discuta e si partecipi: il ministro, infatti, ha messo a nostra disposizione – “operazione trasparenza” , l’ha chiamata - un indirizzo di posta elettronica, che però viene definito Forum, ignorando che un forum è ben altra cosa.
Anna Pizzuti - 03-01-2005
Dalla newsletter n.33 di Legambiente scuola

Roma, 20 dicembre 2004
Egregio………, la legge 53/2003 - art.2 lettera g) - prevede che siano definite le norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione e i conseguenti piani di studio.
Si tratta di atti la cui predisposizione ha visto la partecipazione di oltre duecentocinquanta esperti di diversa estrazione culturale e professionale e l'impegno della struttura ministeriale, la quale ha esaminato la realizzabilità delle proposte dal punto di vista strutturale ed organizzativo.
Prima che i documenti possano iniziare il loro articolato percorso di formazione, secondo un metodo che ho assunto come principio ispiratore della mia azione, è mio intendimento proseguire nel percorso di coinvolgimento e di ascolto di quanti a vario titolo sono interessati al rinnovamento della scuola.
A tal fine ho ritenuto opportuno programmare una. serie di incontri per promuovere momenti di confronto e occasioni di suggerimenti e di riflessioni utili al successivo iter dei provvedimenti di attuazione della delega. In tale contesto La invito a partecipare all'incontro indetto per il giorno ……..gennaio 2005 alle ore 9,00 presso questo ministero, Sala delle Conferenze, piazzale Kennedy, 20.
Confido nella Sua presenza e nella Sua preziosa collaborazione e, ringraziandola fin d'ora, Le porgo i miei più cordiali saluti. Letizia Moratti”

Questa la lettera inviata poco prima di Natale ad associazioni professionali, sindacali…
Sarà ancora una volta una consultazione che alla fine lascerà inalterate le decisioni ministeriali come è successo finora o sarà vero confronto? Quanto sarà disposto il Ministro ad ascoltare e accogliere i pareri che ora richiede? I tempi stringono e una manciata di mesi che ancora restano per l’approvazione dei decreti rimanenti non potranno far recuperare un dibattito vero che possa incidere sulle scelte strutturali presenti nelle bozze dei testi ufficiosi. Un decreto come quello che investe la riforma della scuola superiore non può essere concluso in breve tempo. Ecco perché questo coinvolgimento ci appare tardivo e di facciata!


Riprendo le domande che si pongono i redattori della newsletter, per aggiungerne un’altra: quali sono le posizioni che i destinatari dell’invito sosterranno negli incontri? O meglio, quali le contro-proposte?

Su questa parte della riforma, sia su quanto trapelato – i pochi documenti sul sistema dei licei – sia su quelle che definirei “le mosse del cavallo - i decreti che faranno da paracadute alla determinazione di quel sistema di istruzione e formazione professionale che è il vero nodo su cui si gioca tutta l’impostazione della scuola secondaria superiore che verrà – nei mesi scorsi e fino alla diffusione della bozza di decreto, molte le analisi delle problematicità e le denunce di inadeguatezza e di arretramento. Utilissime, sicuramente: ma solo preliminari alle proposte alternative.
Il modo ideale per arrivare a questa consultazione sarebbe stato quello di costruire dal basso i modelli, le idee, le rappresentazioni da proporre, selezionando le esperienze, raccogliendo le critiche all’esistente provenienti dalla scuola e trasformandole in rappresentazioni di una svolta.

La rete, con i suoi mille fili, ha offerto occasioni di questo tipo, ma certo, anche attraverso le sue maglie, ben poco è passato.
Anna Pizzuti - 18-12-2004
Per ora in bozza, poi chissà, ma ormai ci siamo: il decreto sul secondo ciclo inizia a circolare. Tra sussurri – molti – e grida – pochissime. Questa volta trovo, però, comprensibili e condivisibili silenzio e prudenza. E non perché si tratti “solo” di una bozza e non di un testo di norma; sappiamo bene, infatti, che per il MIUR questa differenza non esiste, e che ormai il concetto di bozza è una categoria, pervasiva, dello spirito.Trovo comprensibili silenzio e prudenza per due ordini di motivi: il primo di natura difensiva, il secondo di ordine strategico. Se c’è una competenza che abbiamo acquisito in questi anni, è quella di guardare “attraverso” le scelte ministeriali, per risalire ai motivi veri che le dettano e mai come in questo momento è ad essa che dobbiamo ricorrere, per non commettere errori. Il primo dei quali potrebbe consistere nel non assegnare il giusto valore esplicativo ai tempi delle ultime vicende relative a questo decreto.
Anna Pizzuti - 05-11-2004
Accade per tutte le polemiche: passati i giorni della discussione accesa, durante i quali ciascuno sostiene con forza le proprie posizioni e prefigura sviluppi che dall’altro vengono contestati, finiamo per dimenticarcene, anche quando i fatti ...
Anna Pizzuti - 14-10-2004
Il tempo pieno svuotato, e la prevalenza del tutor sono stati e sono i punti catalizzatori del contrasto alla riforma della scuola.
Di pochi, invece, l’ attenzione su altri aspetti, per seguire i quali - ad onor del vero - occorrerebbe un lavoro simile a quello degli artisti bizantini che componevano con perizia i mosaici più complessi, accostando, pazientemente, tessera dopo tessera.
Immaginiamo che uno di questi artisti provi a comporlo oggi, un mosaico, con le schegge impazzite di quella che alcuni, ancora, chiamano riforma della scuola.
Anna Pizzuti - 10-09-2004
Sento , dalla tv, l'appello che, ultimamente, è diventato un'ossessione.
Uniti contro il terrorismo.


E non sento questo altro appello: uniti contro la guerra.

Che è, per me, invece, l'unico obiettivo perseguibile.

Non abbiamo bisogno di altre vittime, per comprendere fino in fondo gli effetti tremendi dell'errore costruito sulla bugia.

Ciascuno secondo le proprie competenze: i politici in parlamento, i cittadini nelle piazze (ed anche viceversa, si può e si deve). Contro la guerra

Terrorismo e guerra sono due facce della stessa medaglia. E non scelgono le
proprie vittime.

Pace e guerra non possono convivere.
Anna Pizzuti - 08-09-2004
Sul che fare, dopo Beslan – anche se molto più bello e vivo sarebbe stato interrogarsi sul che fare, prima di Beslan, come prima di tanta, tutta, l’altra violenza – ci si sta interrogando.

Come cittadini e come insegnanti. Ammesso che il binomio sia scindibile.

Dalla strage in una scuola, ai gesti nelle scuole, quelle serene e salve.

Portare un fiore, come ci suggerisce questo comunicato , o, come sentivo oggi da un tg, portare la sagoma di un bambino, per scriverci sopra un pensiero. Io stessa, un gesto in qualche modo analogo lo avevo suggerito.

Ma i gesti passano e l’orrore resta. Perciò ho continuato ad interrogarmi, e a non accontentarmi.

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